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Dolce tradizionale della città di Como lievitato con il metodo di Giuseppe Baj
La storia della resta comasca (dal latino arista, indicante sia la lisca del pesce sia la resta del grano) comincia in una taverna comasca dei primi anni dell’Ottocento. Il proprietario dell’Osteria del Pescatore, di nome Michele, nel giorno del suo onomastico usava offrire il pranzo ai clienti. A chiudere piacevolmente il pasto, arrivava un pandolce arricchito di canditi e uvetta, versione “sontuosa”, secondo i criteri della cucina popolare del tempo, del pane di tutti i giorni.
Un bel giorno, però, durante la preparazione del dolce, il lievito fu aggiunto per errore in dosi eccessive, così che l’impasto cominciò a crescere a dismisura, traboccando dalla pentola. L’oste afferrò un bastoncino d’ulivo dalla legna destinata al fuoco e con esso premette sull’impasto perché non debordasse. Così, il bastoncino fu inglobato nella pasta; a quel punto l’oste recuperò l’impasto traboccato e lo distese nella fessura lasciata dal bastoncino sprofondato, con un coltello appianò l’impasto e vi praticò una serie di incisioni trasversali. La storia che qui abbiamo riassunto era scritta in un antico biglietto posseduto dall’avvocato Giulio Benzoni, fabbriciere in Sant’Agostino, quartiere di Como.
Il biglietto fu mostrato agli amici nei primi anni Venti nella celebre Pasticceria Fietta. Qui il garzone dodicenne Chiletto la trascrisse, ma questa copia, rimasta poi unica, andò infine distrutta in un incendio che in seguito colpì il locale.
Ma la leggenda resta: l’errore di distrazione di un cuoco ingegnoso divenne il dolce simbolo di Como, un dolce fatto con i semplici ingredienti della cucina popolare che richiama i pesci del Lario e gli ulivi che crescono rigogliosi sulle sue sponde.
Visiona l’etichetta alimentare
I “tagli”
La leggenda narra che a cottura ultimata, il dolce presentava i segni della sua composizione: all’interno il bastoncino ed esternamente l’avvallamento centrale e la serie di incisioni provocate dal coltello.
L’oste, vedendo il risultato, esclamò: “Par la resca d’un pèss!” (“Pare la lisca di un pesce”). E quello era in effetti l’aspetto, che è stato riprodotto nel modo più fedele possibile nella Resta Baj.
La Resta Baj viene prodotta senza bastoncino secondo i dettami della modernità alimentare.
Hanno scritto sulla Resta Baj
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Cosa dicono i clienti
🎄🎄🎄 Da Luciano è arrivata la Resta Baj! Conoscete questo tipico dolce comasco natalizio? Venite a provarla alla nostra bottega! 😋😋😋 Have you ever tried “Resta”? A typical Christmas cake from lake Como! Come and taste it at Luciano’s! 🎄🎄🎄 #daLucianoLaglio #restabaj #lakeComo #lagodiComo #dessert
Sapete cosa significa Resta?
Conoscete la resta comasca? In questa versione non l avete mai provata... Vi presento il Resta... Misu`!!!! #cucinaitaliana #chef #lagodicomoitaly #chocolate #dessert #finoallafine #tattoo #torte #cakedesign #curvasudjuve #fourstarshotel #tiramisu #restabaj #passionecucina #ricettadelgiorno #ilbelvederetorno
Articolo sulla fiera di Sant’Abbondio di Como e il lancio della Resta Baj. Tanta riconoscenza a Lorenzo Morandotti del Corriere di Como che ha scoperto che nell’edificio di Santa Radegonda alimentato dalla centrale Termoelettrica Edison Colombo viveva Arthur Rimbaud. Un nuovo filone di ricerca nei suoi scritti è stato avviato per rinvenire testi relativi alla frequentazione della Confetteria Baj da parte di Rimbaud. #restabaj #arthurrimbaud #santabbondio #corrieredicomo #lorenzomorandotti #aeroclubcomo #caproni
#restabaj consegnata a #micromercato piccola gastronomia di paese situata a Moltrasio nei pressi della #cooperativamoltrasina , trattoria che partecipa a #gastrolario , iniziativa gastronomica promossa da Claudio Bizzozzero per valorizzare il cibo tradizionale del lago di Como. #comolakebrand
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Lisca di pesce! Lo stesso significato per due prodotti comaschi completamente diversi...
Con lo Chef Magenta ci siamo divertiti con una ricetta estrema!!
#lisca, #restabaj abbrustolita nel burro salato, crema di zucca, spuma di burro alla bottarga di lago, radicchio tardivo e pepe della Val Maggia!
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I dolci Baj sono un piccolo museo-prodotto. Ogni dolce è accompagnato da pregiati libretti storici che raccontano la storia del dolce. Pregiate immagini, documenti, cartoline, vecchie pubblicità dell’antica impresa Baj rendono la degustazione un momento anche culturale.